La successione legittima
Quando si apre la cosiddetta successione testamentaria, cioè quando il defunto ha lasciato un testamento che abbiamo ritrovato, si è visto come sia più semplice capire quali beni e diritti ci sono stati lasciati ed in che misura. Nella sostanza è il defunto che ha deciso come regolare la propria successione.
Nel momento in cui, invece, non vi è un testamento, oppure il testamento c’è ma dispone in modo solo parziale dei beni del defunto, è la legge che individua i soggetti che hanno diritto ad una quota dell’eredità ed in quale misura.
Il codice civile fornisce un elenco dettagliato delle persone chiamate all’eredità ed in particolare la legge stabilisce che l'eredità si devolve al coniuge, ai discendenti, agli ascendenti, ai collaterali fino al terzo grado, agli altri parenti fino al sesto grado ed infine allo Stato.
Prima di addentarci nel discorso sulle quote ereditarie spettanti ai soggetti come sopra individuati occorre spendere qualche parola sulle singole categorie di persone successibili sopra individuate.
Il coniuge
È considerato chiamato all’eredità non solo il coniuge non separato ma anche il coniuge separato, fatto salvo il caso che non gli sia stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato. Non è, al contrario, titolare di alcun diritto ereditario il coniuge divorziato.
I figli
La legge non distingue tra figli legittimi, ovvero nati all’interno del matrimonio o riconosciuti, e figli naturali. Entrambe le categorie sono assimilate e vantano gli stessi diritti.
Occorre, inoltre, sottolineare che oggi la legge equipara ai figli legittimi e naturali anche gli adottivi.
I collaterali ed i parenti
Il sistema di calcolo della parentela previsto dalla legge è più complicato rispetto a quello che si ritiene comunemente.
Si faccia un esempio che vale per tutti. Si è soliti dire che tra figli di fratelli si è cugini di primo grado. In realtà la legge qualifica questo rapporto di parentela come di quarto grado in linea collaterale.
Veniamo ora a chiarire alcuni punti fondamentali.
I parenti in linea retta
Introduciamo il concetto di linea retta. Con tale affermazione si vuole indicare un ordine di generazioni che unisce le persone in base ad un rapporto di discendenza come per esempio quello che lega il padre al figlio o il nonno al nipote.
I parenti in linea collaterale
Quando si parla di linea collaterale si individua, invece, un particolare legame tra persone che pur avendo uno stipite in comune non sono discendenti l’una dell’altra. Si pensi al caso dello zio rispetto al nipote.
Il calcolo del grado di parentela
Come si calcola, allora, il grado di parentela e cioè la distanza in generazioni tra due soggetti? Lo si fa sommando tutti i soggetti presi in considerazione e sottraendo lo stipite.
Facciamo degli esempi per rendere più semplice la comprensione.
In linea retta:
- padre e figlio sono parenti in primo grado (padre + figlio = 2- 1 = 1);
- nonno e nipote sono parenti in secondo grado (nonno + padre + figlio = 3 – 1 = 2).
In linea collaterale:
- i cugini Luca e Paolo sono parenti di quarto grado (nonno + padre cugino Luca + padre cugino Paolo + cugino Luca + cugino Paolo = 5 – 1 = 4);
- le sorelle Amalia e Irene sono parenti di secondo grado (padre + Irene + Amalia = 3 – 1 = 2).
Le quote di spettanza delle singole categorie di successibili
Qui di seguito viene ricostruito in modo semplice ed intuitivo quali sono le quote spettanti a ciascuna categoria di successibili nel caso si apra la successione di legge sia quando vi concorrano da soli sia in concorso con altri.
Il coniuge unico erede
In mancanza di figli, di ascendenti, di fratelli o sorelle, al coniuge si devolve tutta l'eredità. Si ricorda che il coniuge separato ha gli stessi diritti del coniuge non separato fatto salvo che gli sia stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato.
- 1/1 al coniuge.
Il coniuge in concorso con un solo figlio
Quando il figlio è uno soltanto al coniuge spetta la quota di metà dell’eredità e la medesima quota di metà spetta al figlio.
- ½ al coniuge;
- ½ al figlio
Il coniuge in concorso con più figli
Quando oltre al coniuge concorrono più figli al coniuge spetta la quota un terzo dell’eredità ed ai figli la quota di due terzi.
- 1/3 al coniuge;
- 2/3 ai figli.
Il coniuge in concorso con ascendenti, fratelli e sorelle
Qualora non vi siano figli ed il coniuge concorra con ascendenti o con fratelli e sorelle, anche se unilaterali, la quota di sua spettanza è pari ai due terzi dell’eredità. La parte che residua, pari ad un terzo dell’eredità, è devoluta agli ascendenti, ai fratelli ed alle sorelle fatto salvo in ogni caso il diritto degli ascendenti ad avere un quarto dell’eredità.
- 2/3 al coniuge;
- 1/3 agli ascendenti, ai fratelli ed alle sorelle.
In assenza di coniuge ed in presenza di soli figli
Quando chi muore lascia solo i propri figli, non più distinguibili tra legittimi, naturali e legittimati, a questi è devoluta l’intera eredità in parti uguali tra loro senza alcuna distinzione.
- 1/1 figli.
I figli che devono ancora nascere
La legge prevede che tra i chiamati all’eredità vi siano anche i nascituri, ma solamente se già concepiti al momento dell’apertura della successione.
In questo caso si considerano chiamati all’eredità, come i figli già nati, con l’unica condizione che nascano e nascano vivi.
Si prenda in considerazione l’esempio di Andrea coniugato con Alessandra, incinta di Roberto, e genitori di Paolo e Chiara. In caso di morte di Andrea, in assenza di testamento, chiamati alla sua eredità sono il coniuge Alessandra per la quota di un terzo ed i figli Roberto, Paolo e Chiara per la quota di due terzi in pari quota tra loro.
Se chi muore lascia solo genitori senza coniuge, figli, fratelli o sorelle né loro discendenti
Se chi muore non lascia né coniuge, né figli, né fratelli o sorelle né loro discendenti succedono il padre e la madre in eguali porzioni o il genitore che sopravvive nell’intero.
- 1/1 genitori
Se chi muore lascia solo ascendenti senza coniuge, figli, fratelli o sorelle né loro discendenti né genitori
Se colui che muore non lascia figli, né genitori, né fratelli o sorelle o loro discendenti, a costui succedono per una metà gli ascendenti della linea paterna e per l’altra metà gli ascendenti della linea materna.
- ½ ascendenti paterni;
- ½ ascendenti materni.
Se però gli ascendenti non sono di eguale grado, l’eredità è devoluta al più vicino senza distinzione di linea.
- 1/1 all’ascendente più vicino di grado.
Se chi muore lascia solo fratelli e sorelle senza ascendenti, coniuge, figli, fratelli o sorelle né loro discendenti né genitori
Se colui che muore non lascia né coniuge, né figli, né genitori, né altri ascendenti, succedono i fratelli e le sorelle in parti uguali.
- 1/1 fratelli e sorelle
Occorre precisare che i fratelli e le sorelle unilaterali, e cioè quelli con i quali si ha un solo genitore in comune, conseguono la metà della quota che conseguono i germani, ovvero coloro i quali hanno entrambe i genitori in comune.
Concorso di genitori o ascendenti con fratelli e sorelle
Prendiamo qui in considerazione l’ipotesi nella quale unitamente ai genitori concorrono fratelli e sorelle del defunto.
In questo caso tutti sono ammessi alla successione per capi ma in nessun caso la quota spettante ai genitori, o ad uno di essi nel caso sia l’unico superstite, può essere inferiore alla metà.
Se vi sono fratelli e sorelle unilaterali, ciascuno di essi consegue la metà della quota che consegue ciascuno dei germani o dei genitori, salva in ogni caso la quota della metà in favore di questi ultimi.
Se entrambi i genitori non possono o non vogliono venire alla successione e vi sono ulteriori ascendenti, a questi ultimi si devolve la quota che sarebbe spettata a uno dei genitori in mancanza dell’altro nel medesimo modo sopra visto per il caso di presenza dei soli ascendenti.
Successione degli altri parenti e dello Stato
Se alcuno muore senza lasciare un coniuge, figli, né genitori, né altri ascendenti, né fratelli o sorelle o loro discendenti, la successione si apre a favore del parente o dei parenti prossimi, senza distinzione di linea fino al sesto grado.
Nel caso non vi siano parenti entro il sesto grado succede lo Stato.